giovedì 29 luglio 2010

Finmeccanica, i regali dello scandalo borse griffate e dodici Rolex d'oro

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/07/29/news/finmeccanica_regali-5912896/?ref=HREC2-2

ROMA - La bella vita di Lorenzo Cola, il braccio destro di Pierfrancesco Guarguaglini arrestato l'8 luglio con l'accusa di riciclaggio. Le case lussuose, le macchine. Gli orologi: 12 quelli regalati nel Natale del 2008 ai super dirigenti di Finmeccanica, con il logo del colosso, per festaggiare l'acquisizione della Drs Technologies, un affare "riuscito". E poi i regali al presidente e alla moglie: una borsa di Hermes a lei, un altro orologio, stavolta un Patek Philippe, a lui. Un quadro di vita di vero lusso quello che Marco Iannilli, commercialista di Lorenzo Cola e consulente per l'affare Digint, ha dipinto ieri ai magistrati romani che si occupano dell'inchiesta sul colosso. Dettagli che il commercialista, ai domiciliari per la megafrode da oltre due miliardi di euro che ha coinvolto Fastweb e Telecom Italia Sparkle.

Ha parlato a lungo, Iannilli, sei ore filate. In particolare ha descritto l'affare Drs, che fece incassare al consulente di Finmeccanica una buona fetta di denaro. Iannilli, difeso dagli avvocati Fabio Lattanzi e Piergiorgio Manca, è stato sentito, per l'ennesima volta, in veste di indagato per intestazione fittizia di beni. Il suo nome, accanto a quello di Cola e Mokbel, figura nel registro degli indagati per l'inchiesta sul gruppo militare.
Al centro dell'istruttoria di ieri i flussi di denaro di cui Iannilli e Cola disponevano. È stato per questo che il testimone ha raccontato la vita dissipata di Cola, per spiegare i versamenti di denaro: era proprio Iannilli, infatti, a comprare gli omaggi. Addirittura, ha detto, fu sua moglie ad acquistare la borsa per Marina Grossi. Tutto per conto di Cola.

Iannilli ha descritto anche il suo ruolo in Selex, di cui era collaboratore a contratto (incarico che gli era stato assegnato proprio da Cola, di cui era il braccio operativo). Ha parlato di Enav, a cui la controllata di Finmeccanica diretta dalla moglie di Guarguaglini, deve gran parte del suo fatturato e della gestione di quattro controllate, di cui si occupavano direttamente Lorenzo Cola e il direttore relazioni esterne e fidatissimi del presidente, Lorenzo Borgogni, secondo la ricostruzione di Iannilli.

Nel mirino dei magistrati, ovviamente, il percorso degli 8 milioni di euro della vicenda Digint, società alle cui quote di acquisizione era interessato l'imprenditore Gennaro Mokbel che avrebbe anche versato i soldi per poi perderne traccia. Una "sparizione" che avrebbe mandato poi all'aria l'affare. Per gli inquirenti una parte consistente di quella somma, destinata all'operazione finanziaria, avrebbe preso la strada dei paradisi fiscali con l'obiettivo della creazione di fondi neri o addirittura di "stecche" da spartirsi, come ha spiegato l'ex senatore Nicola Di Girolamo agli inquirenti in un interrogatorio dal carcere. Un flusso di denaro che sarebbe transitato tra Singapore e Hong Kong per fluire in Svizzera e Lussemburgo. Ed è proprio ai conti che mirano i pm, per capire in quali mani sono finite. Nelle varie rogatorie, infatti, sono stati trovati circa 10 milioni di euro riconducibili a Lorenzo Cola, ma bisogna capirne la provenienza e la destinazione.

Iannilli non è stato in grado di fornire particolari dettagliati sul percorso del denaro, ma si è impegnato a portare agli inquirenti la documentazione e le ricevute dei bonifici nella prossima istruttoria, in programma per agosto.

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