sabato 21 gennaio 2012

Lo zio accusato di abusi sulla nipotina di sette anni, è indagato un 68enne

Per il perito la piccola è idonea a testimoniare REGGIO EMILIA (20 gennaio 2012) - Avrebbe abusato sessualmente di una bambina di sette anni. Per questo motivo un uomo di 68 anni - una sorta di zio acquisito, nel senso che è il fratello del convivente della madre della piccola - è indagato con l’accusa di violenza sessuale su minore. Secondo gli inquirenti l’uomo, di origine sinta, avrebbe palpeggiato la bambina e le avrebbe infilato un dito nei genitali. L’episodio contestato - uno solo - sarebbe avvenuto nella tarda primavera del 2010 nell’abitazione della famiglia, in città. In base alla ricostruzione dell’accusa poco dopo aver subìto la violenza la piccola ha avvertito la madre, dicendo che il 68enne l’aveva toccata nelle parti intime. Quest’ultima ha allertato i carabinieri, che hanno registrato l’accorata denuncia della donna. Il coordinamento delle indagini è stato affidato al pm Maria Rita Pantani. L’uomo al momento risulta denunciato a piede libero. Mercoledì si è svolto in tribunale a Reggio l’incidente probatorio, procedimento con il quale si voleva accertare la capacità della piccola di rendere una testimonianza che possa essere giudicata attendibile. Il perito nominato dal giudice per le indagini preliminari Angela Baraldi, la psicologa reggiana Daniela Cassanelli, ha illustrato il risultato della perizia da lei redatta sulla minorenne e ha espresso un parere positivo. La bambina, in altre parole, ha raggiunto uno sviluppo psichico tale per cui è in grado di ricordare fatti e raccontarli in modo credibile. Le dichiarazioni della minorenne, che ha confermato di aver subìto l’abuso dal 68enne, difeso dal legale Enrico Della Capanna, sono state giudicate attendibili dal punto di vista della capacità di rilasciare una testimonianza. Gli atti sono stati ora restituiti al magistrato (in aula era presente il pm Luciano Padula) che dovrà valutare se e come esercitare l’azione penale.

IO TASSISTA: PER MONTI SONO COME UN RAPINATORE

“Disarmare i tassisti???? Ma che frase è, ma come si permette. Io mi sono sentita offesa, come persona, come lavoratrice. Non mi si può paragonare ad un malvivente. Si disarma un rapinatore, non un tassista”. Che le parole di Monti ieri sera a “Che tempo che fa” abbiano ferito lei e forse un’intera categoria lo si percepisce dalla foga con la quale cerca di spiegarsi. Perché lei, Raffaella Piccinni, milanese, professione tassista, un passato ed un presente da sindacalista di categoria, una parola del genere (disarmare) non se l’era mai sentita dire…. “Siamo attaccati ingiustamente. Ma come si fa a dire una cosa del genere, “disarmare”. Ma si rende conto il Presidente del Consiglio che dietro ai 60 mila tassisti italiani ci sono 60 mila famiglie, persone serie, che si sono aperti un mutuo per comprare la licenza e l’auto. Eppure sembra che siamo noi il male del paese, l’origine e la causa della crisi economica. Anche questa è violenza, di quella peggiore”. In che senso? “Venga in un parcheggio qualsiasi. Parli con un collega. Sentirà con che stato d’animo veniamo al lavoro, l’ansia e le preoccupazioni. Mettiamo caso che passino queste liberalizzazioni. Mi dica lei o Monti in persona dove ci ricollochiamo, dov e lo troviamo un altro lavoro”. Perchè liberalizzare per voi sarebbe una condanna definitiva, come un’estinzione di massa? “Innanzitutto Monti ieri oltre che fare proclami poteva anche accennare che idea ha della liberalizzazione., Sono anni, decenni che si parla di questo, Ognuno ha la sua teoria. C’è chi vuole quella totale, il cumulo, chi più, chi meno. Ci dica che idea ha, ci incontri e cominciamo a ragionare. Soprattutto ci spieghi poi dove sarebbe il guadagno per lo Stato e l’utente. Perchè è giusto che la gente sappia che non c’è spazio per ridurre i costi delle corse. A Milano, dove lavoro, ad esempio il costo è di 1 euro a km ed è stabilito dal comune, non dal tassista. E, le assicuro, è un prezzo onesto, con il quale uno deve pagare i costi delle attività, la macchina, l’assicurazione, la benzina. Di meno non si può. A meno che….” Cosa? “A meno che dietro la liberalizzazione ci siano i soliti noti. I grossi gruppi industriali che si fanno un parco auto enorme a costo vantaggioso, dando le macchine a dei dipendenti sottopagati ed il risparmio sarebbe assicurato. A scapito di qualità, sicurezza ed altro”. Chi intende per grossi gruppi industriali? “Parlo, guarda caso, degli amici dello stesso Monti. Ogni provvedimento del suo Governo fino a questo momento è stato un aiuto a queste persone, agli speculatori della finanza. Quelli che hanno creato la crisi. Gli stessi che poi quando vanno in banca hannoprestiti senza problemi. Se invece ci vado io non mi danno un becco di un euro o mi chiederebbero delle garanzie allucinanti. Credo sia in realtà tutta una battaglia mediatica, fumo negli occhi dell’opinione pubblica per coprire altre cose che non si possono o non si vogliono dire”. Ma siete pronti a discutere, eventualmente con il Governo? “Certo. E siamo pronti a fare le nostre proposte. Ad esempio. Vogliamo davvero ridurre i costi. Ci diano più corsie preferenziali, poi si combatta l’abusivismo. Ricordo a tutti che il tassista è un autista che è presente tutto l’anno, tutti i giorni, a tutte le ore. Come mai i dipendenti dei trasporti pubblici non lavorano di notte e nei festivi a ranghi ridotti?. Perché lavorare in quei giorni costa ed è faticoso. Ecco. Il Tassista c’è sempre. Mercoledì comunque a Bologna ci sarà la riunione del nostro “parlamentino”; insieme con tutte le associazioni di categoria stabiliremo se e come farci sentire”.