sabato 10 luglio 2010

CAMPIONATO DI CALCIO DI SERIE A. 34A E ULTIMA GIORNATA

Roma garantisce gli straordinari all' Udinese
segna Haessler su rigore, risponde l' ex Desideri: la curva giallorossa esulta contro Cecchi Gori. Bigon lancia un allarme: " siamo appesantiti " . Roma vs Udinese 1 a 1. marcatori: Haessler, Desideri. arbitro: Collina

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Un patto di non belligeranza rotto dall' arbitro Collina: Carnevale sbaglia il raddoppio e anche il portiere Fimiani alla fine si deve arrendere al pari che condanna la Fiorentina TITOLO: Roma garantisce gli straordinari all' Udinese Segna Haessler su rigore, risponde l' ex Desideri: la curva giallorossa esulta contro Cecchi Gori - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ROMA . Pollice verso ieri all' Olimpico come una volta al Colosseo, ma per gladiatori che nell' arena non c' erano. Condannata in contumacia alla retrocessione, a furor di popolo, e' stata la Fiorentina; a beneficiare della spietata determinazione degli spettatori giallorossi un' Udinese, che s' e' vista garantire su un piatto d' argento almeno la possibilita' di non perdere il suo posto (in serie A) attraverso novanta minuti di straordinari. Perche' ? Vecchie ruggini tra supporters romanisti e toscani non mancheranno di certo, ma a star dietro ai cori scanditi a gran voce dalla Sud (la curva che fa tendenza ed opinione), tutti inneggianti a Gigi Radice e insolenti nei confronti di Cecchi Gori (scommetteremmo Vittorio e non solo perche' il vaffa e' singolare, ndr), non devono esser state queste ad avvelenare l' atteggiamento e a far sottolineare da incredibili applausi la rete con la quale, a 10' dalla fine, "Cicciobello" Desideri ha pareggiato il rigore messo a segno in avvio di secondo tempo da Haessler e Di Sarno. Scandalosamente pari? La gente propone e la squadra dispone? Un bell' alibi, ma la tanto sbandierata professionalita' dove la mettiamo? Il fatto e' che i giocatori, fino alla smaccata non belligeranza a equilibrio ritrovato, avevano saputo interpretare con una qualche decenza il proprio ruolo. Piu' di tutti Patrizio Fimiani, il ventenne portierino di Bagnaia, nelle cui mani la Roma pone molte delle sue speranze di arrivare alla conquista della Coppa Italia, che con tutta una serie di interventi coraggiosi (grande quello in uscita, al 25' , sui piedi di Branca) aveva negato ai friulani, fattisi coraggiosi solo dopo essersi trovati in svantaggio, il pari. Nulla ha potuto sulla bordata a massima angolazione di Desideri, troppo solo per non calibrare al meglio la sua potenza. Nulla avrebbe potuto, al 12' della ripresa, sul diagonale di Orlando, schioccante sulla base del palo. "Perche' affannarsi piu' di tanto a sei giorni dalla prima delle due partite che valgono una stagione? Perche' correre il rischio di farsi male?": ci sembrava gia' in tribuna di sentire le voci dei romanisti, che avrebbero potuto fingere anche rammarico per aver fallito il traguardo di prendere almeno ad un' avversaria quest' anno quattro punti su quattro. L' Udinese aveva randellato mica male nei primi minuti e tre cartellini gialli di Collina lo confermano. Lasciamo invece da parte le espulsioni di Bonacina e Marronaro a cose fatte: cose loro, ripicche inutili, niente a che vedere col resto. Ed e' stato a lungo tutto un battersi senza farsi male, con capitan Rizzitelli a svettare nella selezione di scelte sbagliate (botte velleitare a specchio coperto, ricerca di inutili assist con il bersaglio disponibile). E poi gli episodi solforosi. Rigore per la Roma al 3' della ripresa. Un affondo centrale di Muzzi, lanciato da... Desideri, costringe Calori ad un atterramento che non consente proteste. Batte Haessler, stordito forse dalle parole che tanti hanno sussurrato nelle sue orecchie. Di Sarno ci arriva con la mano sinistra, ma fa carambolare il pallone sul suo corpo e lo rispedisce verso la porta. Il tedeschino controlla, senza ribadire. "Vostro Onore, l' avessi fatto sarebbe stato un penalty sbagliato...": potrebbe difendersi. Ed al 30' il subentrato Carnevale si nega il raddoppio, valido per la condanna friulana e lo spareggio Fiorentina Brescia, accostando nella porta vuota con tale morbidezza da consentire il recupero a spazzare di Calori. "Vostro Onore, se non avessi voluto segnare non sarei filato via, non avrei scartato il portiere, non avrei centrato lo specchio, non crede?": potrebbe ribattere. A Casarin, infine, suggeriremmo di non prendersela con il bravo Collina che nella ripresa ha recuperato un solo minuto invece dei tre o quattro necessari in base alle sue disposizioni: a quel punto si perdeva tempo spudoratamente ed il calar del sipario in certi casi e' il meglio che ci possa essere. Massimo Fabbricini ROMA 1 1UDINESE MARCATORI: Haessler al 3' (rigore); Desideri al 36' s.t. Fimiani 7 Garzya s.v. Petruzzi s.v. Bonacina s.v. Benedetti s.v. Aldair s.v. Comi dal 22' s.t. s.v. Mihajlovic s.v. Haessler s.v. Muzzi s.v. Carnevale dal 24' s.t.s.v. Salsano s.v. Rizzitelli s.v. Di Sarno s.v. Pellegrini s.v. Orlando s.v. Marronaro dal 33' s.t. s.v. Sensini s.v. Calori s.v. Desideri s.v. Kozminski s.v. Rossitto s.v. Balbo s.v. Dell' Anno s.v. Mattei dal 48' p.t. s.v. Branca s.v. ALLENATORE: Boskov ALLENATORE: Bigon ARBITRO: Collina di Viareggio 7 SPETTATORI: paganti: 7.026, incasso 178.080.000; abbonati: 33.659; quota: 806.853.000. NOTE: espulsi: Bonacina e Marronaro al 43' ; ammoniti: Rossitto, Al. Orlando, Calori, Haessler; controllo antidoping: Petruzzi, Piacentini, Sensini e Balbo. ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ Il "padrone" Pozzo si arrabbia con i propri giocatori, i romanisti vedono meglio i lombardi TITOLO: Bigon lancia un allarme: "Siamo appesantiti" - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - ROMA . Dall' Inferno al Purgatorio passando per lo spareggio. L' Udinese ha vissuto per poco piu' di mezz' ora sull' orlo del baratro e adesso puo' sperare di non precipitarci dentro vincendo contro il Brescia. "Ma dovremo giocare in tutt' altra maniera", avverte Mattei. Archiviare l' incontro con i giallorossi non e' facile. Sul prato dell' Olimpico i friulani hanno acciuffato il pari quando mancava una manciata di minuti alla fine, condannando la Fiorentina alla retrocessione. "Certo, era strano sentire che la curva Sud ci incitava. Tutto cio' mi invitava a spronare ancor di piu' la squadra a reagire", spiega l' allenatore Albertino Bigon, non proprio entusiasta della prova dei suoi. Anzi, sono volate parole grosse, alla fine dell' incontro, nello spogliatoio dei bianconeri. Il presidente Pozzo e il tecnico forse si aspettavano di piu' , probabilmente credevano che si potesse anche strappare quel successo capace di regalare la salvezza senza ulteriori patemi. Ed e' Bigon a rivelare i motivi della tirata d' orecchie ai giocatori: "E stata una partita molto sofferta e i ragazzi sono stati bravi a mettercela tutta. Ma li ho visti "appesantiti", la tensione era tantissima. Vista la loro situazione psicologica, era difficile pensare di poter vincere la gara. E alla fine li ho invitati a togliersi di dosso i soliti timori che si portano dietro dall' inizio del campionato per le partite fuori casa: purtroppo, lo spareggio non lo giocheremo a Udine e ho pensato che fosse importante ricordarglielo subito". Tutti, sulle due sponde, parlano di partita "vera", di pareggio certamente non "accomodato". Ricordano le espulsioni, l' infortunio a Dell' Anno che rischia di saltare lo spareggio, le tante occasioni da rete gettate al vento dalla Roma. "Polemiche per il risultato? Lasciamo stare, altrimenti cominciamo adesso e non la smettiamo piu' ", dice Bigon. Che poi ammette: "Se me lo chiedessero puntandomi addosso la pistola, devo confessare che preferisco affrontare il Brescia piuttosto della Fiorentina". Sulla stessa lunghezza d' onda anche Calori, l' autore del fallo che ha indotto Collina a concedere il penalty ai giallorossi: "Abbiamo le stesse possibilita' , ma ritengo che sia meglio incontrare il Brescia. Il tifo dei romanisti? Credo che piu' di incitare noi, volessero vedere la Fiorentina in serie B". Calori e' anche il giocatore che ha tolto dalla sua porta il pallone calciato lentamente da Carnevale: "Correvo, correvo. Ma non ci arrivavo mai. E intanti pensavo: se entra siamo definitivamente in B, siamo in B...". In casa giallorossa quasi tutti i giocatori accreditano maggiori possibilita' di salvezza al Brescia. "Difficile prevedere cosa accadra' . L' Udinese ha pero' due attaccanti come Balbo e Branca che possono fare la differenza", dice Boskov. Che poi si sofferma sulla gara appena conclusa e sottolinea: "Mi aspettavo una Udinese molto piu' "carica", non l' ho vista sufficientemente "cattiva". E poi, sulle opportunita' fallite dai suoi: "Il primo tempo abbiamo dato spettacolo, giocando un grande calcio. Ma sono almeno sei le partite che pareggiamo in questo modo. Carnevale? Se fossi stato io al suo posto, avrei fatto altri quattro cinque metri e poi avrei tirato". Flavio Haver

Fabbricini Massimo, Haver Flavio

L' ornitorinco sconfigge Darwin

http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/11/ornitorinco_sconfigge_Darwin_co_9_080511012.shtml

L' ornitorinco è la dimostrazione che perfino il Padreterno ha un sense of humour. Tra tutte le strane creature che si incontrano in natura, questo mammifero australiano semiacquatico, palmato, potentemente velenoso, con il becco, che depone uova, ma poi allatta i piccoli, e che ha una temperatura corporea piuttosto bassa, è forse la più strana di tutte. È sintomatico che, quando il capitano John Hunter inviò alla Royal Society di Londra, nel 1798, una pelliccia di ornitorinco e un disegno accurato dell' intera bestia, gli scienziati pensarono si trattasse di uno scherzo. Non a caso, sia il filosofo americano Jerry Fodor che Umberto Eco, in un suo magistrale saggio (Kant e l' Ornitorinco), sostengono che, in un mondo in cui esiste tale creatura, forse tutto è possibile. Adesso, interi laboratori di biologi australiani, tedeschi ed americani ne hanno sequenziato il genoma ed è di questi giorni la pubblicazione congiunta su Nature e su Genome Research di una serie di scoperte microscopiche non meno sbalorditive di quelle macroscopiche, quelle date dalla semplice, superficiale vista dell' animale intero. I mammiferi normali, come è noto, hanno una coppia di cromosomi sessuali, XX nelle femmine, XY nei maschi. Ebbene l' ornitorinco ha ben 10 cromosomi sessuali, cinque paia di X nelle femmine, cinque X e cinque Y nei maschi. E ha in tutto la bellezza di 52 cromosomi, contro i nostri 46. Anche al livello genetico fine, si identifica un misto di discendenze, da altri mammiferi, certo, ma anche dai rettili e dagli uccelli. I cromosomi sessuali, per esempio, sono derivati evolutivamente dagli uccelli, mentre il feroce veleno dell' ornitorinco, iniettato da due speroni posti dietro ai gomiti posteriori, contro il quale non esistono per ora antidoti, replica l' evoluzione del veleno dei serpenti. Derivati entrambi originariamente da sostanze anti-batteriche, questi veleni offrono un caso esemplare di evoluzione convergente, cioè di come rami divergenti dell' albero evolutivo abbiano trovato, per così dire, una stessa soluzione dopo essersi separati. Scendendo veramente all' interno dei geni, fino a pescare delle importanti molecole di regolazione fine dell' attività dei geni (chiamate micro-Rna), Gregory Hannon dei laboratori di Cold Spring Harbor (Stato di New York) e Jurgen Schmidtz dell' Università di Münster (Germania) hanno scoperto strette somiglianze con i mammiferi, ma anche con i rettili e con gli uccelli. Inoltre, mentre nei mammiferi una particolare varietà di queste molecole regolatrici resta prigioniera nel nucleo delle cellule, nell' ornitorinco migra e si moltiplica fino a quarantamila volte. Questi scienziati non esitano a parlare di «una biologia diversa» da quella fino ad adesso nota. Sembrerà strano che i pediatri di Stanford si siano interessati da presso all' ornitorinco, ma bisogna pensare che circa un terzo dei bimbi maschi che nascono prematuramente hanno il difetto che i loro testicoli non scendono normalmente nello scroto. Ebbene, l' ornitorinco ha permesso di individuare due geni responsabili di questa discesa, tipica dei mammiferi, ma assente negli uccelli e nei rettili e, potevate scommetterci, nell' ornitorinco. L' esperto delle malattie del sistema riproduttivo, Sheau Yu Teddy Hsu, di Stanford, autore di uno degli studi appena pubblicati su Genome Research, ha dichiarato che l' ornitorinco è un eccellente «ponte» tra i mammiferi, gli uccelli e i rettili. Le peripezie dei testicoli e i geni che le pilotano non hanno adesso più segreti, perché i geni «rilassinici» responsabili sono stati sequenziati in varie specie. Una considerazione su questo punto ci interessa tutti, però, perché depone contro l' idea darwiniana classica che l' evoluzione biologica proceda sempre e solo per piccoli cambiamenti cumulativi. Hsu ha, infatti, scoperto, che il gene ancestrale della famiglia dei «rilassinici» si è scisso in due famiglie distinte, una famiglia presiede alla discesa dei testicoli nei maschi, mentre l' altra famiglia presiede alla formazione della placenta, delle mammelle, delle ghiandole lattee e dei capezzoli nelle femmine. Questi tessuti molli, ovviamente, non lasciano testimonianze fossili, ma la ricostruzione dei geni ha rivelato che c' è stato, milioni di anni fa, uno sdoppiamento: una famiglia di geni, d' un tratto, ha prodotto due famiglie di geni che potevano pilotare due tipi di eventi. In sostanza, potevano permettere la comparsa dei mammiferi dotati di placenta. L' ornitorinco, mammifero privo di placenta e di mammelle, ma con la femmina dotata di latte che viene secreto attraverso la pelle, era l' anello mancante, il ponte evolutivo che adesso connette tutti questi remoti e subitanei eventi evolutivi. Hsu dichiara testualmente: «È difficile immaginare che processi fisiologici tanto complessi e tra loro intimamente compenetrati (discesa dei testicoli nei maschi, placenta, mammelle, capezzoli e ghiandole lattee nelle femmine) possano avere avuto un' evoluzione per piccoli passi, attraverso molti cambiamenti scoordinati». Come dire, ma questo Hsu non lo dice in queste parole: ornitorinco uno, Darwin zero. Ma allarghiamo l' orizzonte oltre l' Australia e l' ornitorinco. Da molti anni ormai i genetisti e gli studiosi dell' evoluzione dei sistemi genetici hanno scoperto svariati casi di moltiplicazione dei geni, cioè si constata che, mentre in un remoto antenato esiste una copia di un gene, o di una famiglia di geni, nelle specie più recenti se ne hanno due copie, poi quattro. Una regoletta generale facile facile, che ha le sue eccezioni, dice uno, due, quattro. Queste moltiplicazioni genetiche sono, sulla lunghissima scala dell' evoluzione, eventi subitanei. Pilotati dai meccanismi microscopici che presiedono alla replicazione dei geni, avvengono per conto loro, prima che i loro effetti sbattano la faccia contro la selezione naturale, e non procedono per piccoli passi. Non si hanno due copie e mezzo, o tre copie e un decimo. Il gradualismo, cioè i piccoli passi fatti a casaccio, uno dopo l' altro, della teoria darwiniana classica vanno a farsi benedire. Il macchinario genetico fa i suoi salti, e poi altri fattori di sviluppo decidono quali di questi salti producono una specie capace di sopravvivere e moltiplicarsi. Tra queste e solo tra queste, la selezione naturale porterà ulteriori cambiamenti. Ma sono dettagli, non il motore della produzione di specie nuove. L' ornitorinco fa parte di una piccolissima famiglia, quella dei monotremi (un solo canale per escrementi e deposizione delle uova). Il compianto Stephen Jay Gould fece notare, giustamente, che differenti ordini di animali hanno un potenziale interno molto diverso di produrre specie nuove. Ottocentomila specie di scarafaggi, qualche decina di specie di fringuelli, poche specie di ippopotami, elefanti, monotremi e, sì, ammettiamolo, di scimmie antropomorfe come noi. Sono tutti «ottimi» animali, cioè sono tutte ottime riuscite dei processi biologici, ma per alcune soluzioni la porta è aperta a tante varianti, a tante specie, per altri, invece, no. Il segreto, ancora largamente misterioso, risiede senz' altro in proprietà interne, nell' organizzazione dei sistemi genetici, non nella selezione naturale. La selezione naturale della teoria darwiniana classica può agire solo su quello che le complesse interazioni della fisica, la chimica, l' organizzazione interna dei sistemi genetici e le leggi dello sviluppo corporeo possono offrire. Perfino in un mondo in cui esiste l' ornitorinco non proprio tutto è possibile.10 *** È il numero di cromosomi sessuali dell' ornitorinco: 5 paia di X nelle femmine, 5 X e 5 Y nel maschio *** 52 *** È il numero totale di cromosomi dell' ornitorinco. L' uomo in totale ne ha invece «solo» 46

Piattelli Palmarini Massimo

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