venerdì 11 giugno 2010

Giancarlo Rossi - L'arte 'diplomatica' di Wijdan Al Hashemi in mostra a Roma

Roma - (Ign) - La principessa-ambasciatrice in Italia racconta la sua Giordania attaverso la pittura che coniuga tradizione islamica con il contemporaneo occidentale. (FOTO)

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cultura/Larte-diplomatica-di-Wijdan-Al-Hashemi-in-mostra-a-Roma_520718980.html

Google personalizza l'homepage. Ma la novità non piace a tutti http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2010-06-11/google-personalizza-homepage-novita-112500.shtml?uuid=AYrNFixB

Giancarlo Rossi - I corrispondenti della Casa Bianca sgomitano per il posto in prima fila di Helen Thomas

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-06-11/Helen-Thomas-usa-casa-bianca-082000.shtml?uuid=AYdRgfxB


Se fosse ancora una piscina, forse la disputa si potrebbe risolvere con una gara di nuoto. Invece, visto che nel 1969 Nixon volle trasformare quell'area pensata da Franklin Delano Roosevelt per curare i suoi dolori in una funzionale e moderna sala stampa per soddisfare le nuove esigenze comunicative della Casa Bianca, i criteri per aggiudicarsi un posto in prima fila sono molto più complicati.


Dopo che Helen Thomas, la 90enne giornalista veterana della sala stampa, ha abbandonato la sua poltronissima proprio di fronte allo scranno da dove provengono le dichiarazioni presidenziali (una lunga carriera che si è chiusa a causa di criticate affermazioni sugli ebrei), gli altri corrispondenti si stanno facendo la guerra per accarparrarsela. In ballo non c'è solo l'onore della prossimità al capo o la comodità di poter sgranchire le gambe durante le lunghe attese, ma la certezza che sedersi lì vuol dire poter fare più domande dei colleghi relegati alle spalle.

Già poche ore dopo il pensionamento della Thomas i giornalisti avrebbero messo in moto le loro lobby, che funzionano proprio come quelle che poche stanze più in là difendono gli interessi delle corporation farmaceutiche o dei coltivatori di cotone del Tennessee. Anche perché la sala stampa è un po' anche la loro, e non solo per ragioni affettive, ma perché per la ristrutturazione voluta nel 2006 da George W. Bush i media hanno sborsato 2,5 milioni degli 8,5 investiti in totale.

In realtà la gara fra i giornalisti ha già i suoi favoriti, come ha rivelato il Wall Street Journal: si tratta di due compagni di seconda fila, il corrispondente di Bloomberg Ed Chan (di questi tempi dare preminenza a una copertura finanziaria avrebbe il suo senso) e di quello della Fox, Major Garret, che l'inverno scorso non si era visto per un po' perché era a casa a curarsi dal virus dell'influenza A. In lizza ci sarebbe poi il reporter della Cnn Ed Henry.

Ora, la gara potrebbe essere influenzata dal fatto che Mr Chan è anche il presidente della White House Correspondents Association ma siede in una posizione meno prestigiosa rispetto al segretario, che è appunto Mr Henry. Per questo si sta aspettando il prossimo mese, quando sarà eletto il nuovo consiglio direttivo della Whca. E' comunque poco probabile che alla fine la spunti uno dell'ultima fila, come il corrispondente di Talk radio, relegato in fondo a destra, oppure il collega d'angolo del Washington Examiner. A proposito, questa testata nei giorni scorsi ha fatto un provocatorio esperimento proprio nella sala stampa: un giornalista si è portato un iPhone con un'applicazione, chiamata Grindr, che permette di capire quanti gay ci sono in un'area. Pare che a confronto delle altre aree esaminate, il Pentagono e il Campidoglio, fra le poltrone di pelle blu ci sia una interessante concentrazione. Ma non sarebbe più utile sperimentare un'app per gestire l'invidia della prima fila?

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